La peronospora (agente causale Plasmopara viticola) rappresenta una delle più importanti malattie della vite in Italia, con perdite di produzione, in alcuni annate, anche superiori al 70%.
La malattia si presenta, inizialmente, con sintomi riscontrabili sulla pagina superiore delle giovani foglie, con zone clorotiche e giallastre di circa 3 cm, che prendono il nome di macchie d’olio (Fig. 1). In corrispondenza delle zone decolorate, se le condizioni ambientali sono favorevoli, nella pagina inferiore della foglia si può osservare la comparsa di efflorescenze biancastre che rappresentano le strutture riproduttive del fungo (Fig. 2).
Con l’avanzare della malattia, le aree clorotiche possono imbrunirsi e necrotizzare e in caso di attacchi gravi di peronospora le piante possono andare in contro a filloptosi, ovvero alla caduta anticipata delle foglie.
A fine stagione sulle foglie vecchie le macchie risultano invece piccole (0,5-1 cm), di forma poligonale e delimitate dalle nervature ( “Peronospora a mosaico”).
Figura 1 Plasmopara viticola: macchie d’olio sulla pagina superiore delle foglie. |
Figura 2 Plasmopara Viticola: efflorescenze biancastre sulla pagina inferiore delle foglie. |
Il fungo può attaccare anche i tralci erbacei, determinandone un accrescimento anomalo dei tessuti (rachide “a uncino” o a “S”) e la formazione di efflorescenze biancastre. Dai tralci erbacei l’infezione può raggiungere i grappoli, dove, dopo l’allegagione, il fungo può portare a due diverse sindromi che vengono comunemente chiamate marciume grigio e marciume bruno.
– Il marciume grigio si manifesta in primavera sui grappoli giovani che prendono una colorazione grigiastra dovuta alla fruttificazione del fungo attraverso gli stomi degli acini in formazione;
– Il marciume bruno, o peronospora larvata, è tipico delle estati fresche e piovose ed è caratterizzato dall’assenza di fruttificazioni fungine. Provoca sui grappoli più vecchi una colorazione brunastra con una progressiva perdita di turgore fino all’avvizzimento.
Questa malattia può influenzare negativamente sia la produzione dell’annata e di quelle a venire, sia la qualità del vino ottenuto da uve “peronosporate”. L’elevato numero di trattamenti necessari a limitare i danni di questa malattia, oltre a rappresentare un costo per le aziende, influiscono in modo negativo anche sulla sostenibilità ambientale. Per questo motivo, a livello europeo, sono state redatte norme che hanno imposto numerose restrizioni sull’utilizzo degli agrofarmaci, e molti prodotti fitosanitari, come i composti a base di rame, sono stati inseriti tra i candidati alla sostituzione.
Tra le soluzioni attualmente impiegabili, il rame continua a rappresentare uno dei prodotti di riferimento per la difesa della vite da peronospora, sia in agricoltura biologica che in quella integrata.
Il 7 novembre 2018 è stato però approvato, a livello europeo, un regolamento che limita l’utilizzo del rame in vigneto per un massimo di 28 kg/ha su sette anni, vale a dire una media di 4 kg/ha anno (invece degli attuali 6) con possibilità di variare le dosi da un anno all’altro.
In questo quadro generale, è fondamentale effettuare una profonda revisione delle strategie di difesa, valutando l’attività nei confronti dei principali patogeni di prodotti alternativi ai fungicidi tradizionali.
A tal proposito, negli ultimi anni, AgriNew Tech, ha messo a punto un formulato a base di calcio (CALIFOL, AgriNew Tech) la cui efficacia è stata saggiata presso l’Università degli Studi di Torino.
In particolare, nella stagione 2018, in Piemonte, sono state condotte due prove sperimentali su varietà “Moscato” e “Nebbiolo” per valutare l’efficacia di CALIFOL nei confronti della peronospora, a confronto con altri prodotti quali induttori di resistenza, biostimolanti ed estratti vegetali.
Il formulato liquido a base di calcio (CALIFOL, AgriNew Tech) è stato posto a confronto con un testimone non trattato e due tesi trattate con prodotti commerciali di riferimento per la lotta alla peronospora secondo il protocollo sperimentale illustrato nella Tabella 1. Su un’ulteriore tesi è stato utilizzato CALIFOLin miscela con metiram fino all’allegagione e con idrossido di rame fino a chiusura dei trattamenti. Per tutte le tesi, l’applicazione dei prodotti è cominciata a inizio maggio ed è proseguita fino all’invaiatura con una cadenza di 7-9 giorni, compatibilmente con le condizioni metereologiche.
Tabella 1. Prodotti saggiati e protocollo sperimentale utilizzato nelle prove di campo, 2017-2018.
Il 2018 è stata un’annata favorevole al patogeno che ha portato alla completa defogliazione ed alla perdita del 67,7% degli acini nella prova su “Moscato” e del 53% su “Nebbiolo” nel testimone non trattato.
Il calcio (CALIFOL) ha dimostrato una buona efficacia nel contenimento della peronospora con una riduzione della percentuale di foglie colpite rispetto al testimone non trattato pari al 22,7% su “Moscato” e al 17,7% su “Nebbiolo” e una riduzione della superficie attaccata rispettivamente del 46,5% e 47,7% (Fig. 3 e Fig 4). Utilizzato in miscela, CALIFOLha dimostrato la migliore efficacia, con valori paragonabili a quelli ottenuti con i trattamenti fungicidi di riferimento per il controllo di Plasmopara viticola: -58,0% (“Moscato”) e -72,2% (“Nebbiolo”) della percentuale di foglie colpite e -70,8% (“Moscato”) e -74,6%(“Nebbiolo”) della superficie attaccata da peronospora rispetto al testimone non trattato.
Figura 3 Efficacia dei trattamenti contro Plasmopara viticola. Percentuale di foglie colpite. Valori seguiti dalla medesima lettera non differiscono significativamente secondo il test di Tukey’s HSD (P<0,05).
Figura 4 Efficacia dei trattamenti contro Plasmopara viticola. Superficie fogliare colpita (%). Valori seguiti dalla medesima lettera non differiscono significativamente secondo il test di Tukey’s HSD (P<0,05).
Significativa è stata anche l’azione del calcio (CALIFOL) nel ridurre l’attacco di peronospora sui grappoli (Fig. 5 e Fig. 6). La percentuale di grappoli colpiti da peronospora si è ridotta del 27,8% su “Moscato” e del 30,1% su “Nebbiolo” mentre la percentuale di acini del 33,6% e 32,5% rispettivamente.
Anche in questo caso, il CALIFOLutilizzato in miscela ha avuto un’efficacia pari a quella del trattamento fungicida di riferimento (metiram + idrossido di calcio): su “Moscato” si è osservata una riduzione del 70,5% di grappoli colpiti e del 53,3% di acini attaccati rispetto al testimone non trattato, mentre su “Nebbiolo” del 70,7% e 45,3% rispettivamente.
Figura 5 Efficacia dei trattamenti contro Plasmopara viticola. Percentuale di grappoli colpiti (%). Valori seguiti dalla medesima lettera non differiscono significativamente secondo il test di Tukey’s HSD (P<0,05).
Figura 6 Efficacia dei trattamenti contro Plasmopara viticola. Percentuale di acini colpiti (%). Valori seguiti dalla medesima lettera non differiscono significativamente secondo il test di Tukey’s HSD (P<0,05).
In conclusione, è possibile affermare come, anche in una stagione decisamente favorevole allo sviluppo di Plasmopara viticola, l’utilizzo del calcio (CALIFOL) possa rappresentare una valida alternativa ai mezzi fitosanitari normalmente utilizzati in vigneto, con un’efficacia nel contenimento della malattia, in alcuni casi, anche superiore a quella dello zolfo. Altri vantaggi sono inoltre la possibilità di applicare Califol per tutto il ciclo colturale, fino alla raccolta, non lasciando residui di fitosanitari, oltre ad essere utile, qualora applicato integrato a fungicidi di sintesi, nel contrastare lo sviluppo di popolazioni di patogeni resistenti. Il prodotto è inoltre attivo anche contro il mal bianco della vite (Come combattere il mal bianco della vite utilizzando strategie alternative), pertanto un’applicazione integrata a fungicidi quali metiram e rame garantisce una protezione completa della coltura.
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